In ogni settore esistono argomenti che, per convenzione comune, è preferibile non trattare, veri e propri tabù da non infrangere (tale è, ad esempio, nel campo universitario, l’argomento del sistema dei concorsi universitari, del quale tutti parlano male, ma sottovoce, anche perchè quasi tutti lo utilizzano “proficuamente”).
Nel settore della giustizia amministrativa uno di questi tabù è costituito dalla possibile istituzione di sezioni stralcio presso i TT.AA.RR., quale strumento necessario per abbattere l’imponente arretrato.
Nel corso degli anni si susseguono (per la verità, omai un po’ stancamente) le cerimonie di inaugurazione degli anni giudiziari, durante le quali, quasi sempre, i vari presidenti dei TT.AA.RR. - alla presenza delle immancabili Autorità - lamentano le carenze degli organici, che rendono impossibile allo stato la riduzione dell’arretrato.
Anche quest'anno, quasi nessuna relazione, tuttavia (sia pure con una felice eccezione di cui tra poco daremo conto), ha proposto di introdurre delle sezioni stralcio per eliminare l’arretrato.
L’unico strumento che finora è stato a tal fine previsto è stata la introduzione, nella legge n. 205 del 2000, di una norma che ha creato l'istituto della perenzione straordinaria dei ricorsi ultradecennali; una norma questa che giustamente è stata definita - in un intervento pubblicato tempo addietro - come una norma “barbara”, dato che finisce per chiedere al ricorrente, che è stato in paziente attesa della fissazione dell’udienza di merito, di dichiarare se ha, dopo 10 anni di inutile attesa, ancora interesse alla decisione del ricorso (in altri termini, si chiede al ricorrente se non si è ormai stancato di aspettare).
La norma in questione, fortemente voluta dai magistrati amministrativi, a parte ogni considerazione circa la sua moralità, ha sortito solo in parte gli effetti sperati, dato che l’arretrato, come si è appreso negli ultimi tempi, si è ridotto dagli iniziali 900.000 ricorsi agli attuali 600.000. Rimangono tuttavia ben 600.000 ricorsi ancora da definire (o forse, sarebbe meglio dire, tenuto conto della tecnica utilizzata, rimangono 600.000 ricorrenti la cui pazienza è da fiaccare con il tempo) e nessuno ci ha finora spiegato come fare ad eliminare in tempi ragionevoli tale rilevante arretrato.
Negli ultimi tempi, a quanto pare sempre su suggerimento di qualche magistrato amministrativo, il Governo, piuttosto che agire sull’output, ha pensato bene di operare sull’input, prevedendo nell'ultima legge finanziaria - al fine di ridurre il contenzioso - un notevole innalzamento dell'importo del contributo unificato atti giudiziari per i ricorsi in materia di appalti e di espropriazioni per p.u.; un innalzamento questo non seguito da particolari reazioni delle associazioni rappresentative degli avvocati amministrativisti e dei magistrati e passato quasi sotto silenzio durante le varie cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario. Eppure, anche in questo caso, si trattava di una norma “barbara”.
Rimane il fatto che, anche in occasione delle varie cerimonie di inaugurazione del corrente anno giudiziario, quasi nessuno si è neppure dato carico di affrontare l’argomento dell’istituzione di sezioni stralcio, non dico per avallare tale strumento, ma almeno per discutere sull'opportunità o meno di utilizzarlo. Il che rafforza il sospetto che si tratti di un vero e proprio tabù.
Una felice eccezione è costituita dalla relazione di insediamento del nuovo Presidente del Consiglio di Stato, Mario Egidio Schinaia, al quale va un particolare plauso per il coraggio dimostrato nell’avere infranto il tabù delle sezioni stralcio.
In particolare, al punto 6 della relazione, affrontando l'argomento dei possibili rimedi per abbattere l’arretrato, il Pres. Schinaia ha messo al primo posto proprio l’istituzione di apposite sezioni stralcio, che, come si ricorda nel testo della relazione, fu da lui sollecitata fin dal 2000; sollecitazione questa che prima diede vita ad un disegno di legge, e poi all’emanazione di un decreto legge, purtroppo non convertito.
Il vero problema da risolvere in materia di sezioni stralcio e che ha finito per creare il cennato tabù riguarda essenzialmente i criteri da utilizzare per la loro composizione ed in particolare la possibilità (considerata dalle corporazioni dei magistrati come un vero e proprio “pericolo” da evitare), che di esse facciano parte anche avvocati del libero foro, sia pure con una adeguata anzianità di idscizione all'albo; gli organismi associativi dei magistrati hanno inoltre il timore che, una volta istituite le sezioni stralcio, coloro che ne faranno parte saranno poi immessi negli organici (in base alla costante regola, applicata nel nostro Paese, secondo cui non c’è nulla di più definitivo del provvisorio).
Tuttavia tali timori e presunti “pericoli” non possono impedire di riproporre l’argomento, atteso che le sezioni stralcio, allo stato dei fatti (e cioè tenuto conto degli organici attuali), sembrano costituire l'unico strumento per eliminare l’imponente arretrato.
A meno che non si voglia rimanere fermi alle norme "barbare" degli ultimi anni, le quali, piuttosto che soddisfare la crescente domanda di giustizia, tendono a ridurre progressivamente il numero dei ricorsi pendenti (facendo leva sia sulla stanchezza dei ricorrenti - vedi la perenzione dei ricorsi utradecennali, che sulle possibilità economiche di questi ultimi - vedi l'innalzamento del contributo unificato atti giudiziari).
Tuttavia ci si deve rendere conto che le riduzioni del numero dei ricorsi (operata anche con il trapasso delle controversie in materia di pubblico impiego al giudice ordinario e con la riduzione progressiva del “presunto” ampliamento della giurisdizione esclusiva), se nel breve periodo finirà per soddisfare le richieste corporative dell'A.N.M.A. di ridurre il carico di lavoro dei singoli magistrati, nel medio e lungo periodo finirà per marginalizzare la giurisdizione amministrativa.
Anche sotto questo profilo mi sarei aspettato qualche protesta da parte dei magistrati amministrativi, in occasione delle ultime cerimonie di inaugurazione, per il recentissimo abnorme innalzamento del contributo unificato atti giudiziari. Qualche segretario in più, infatti, non vale la riduzione consistente del numero dei ricorsi e, in ultima analisi, lo svuotamento del sistema di giustizia amministrativa. Anche perchè, di questo passo, prima o dopo, tra sottrazione di competenze e nuovi balzelli, qualcuno proporrà l'unificazione delle giurisdizioni, con buona pace (questo sarebbe l'unico dato positivo) delle corporazioni.
(Giovanni Virga, 9.3.2007)
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Documenti correlati:
N. D'ALESSANDRO, Perchè non istituire delle sezioni stralcio anche per i T.A.R.?
Id., Si torna a parlare di sezioni stralcio
Id., Le sezioni stralcio nel disegno di legge governativo (notazioni a margine del D.D.L. n. 4961),
N. SEMINARA, Le sezioni stralcio presso il giudice amministrativo
attenzione alle sezioni stralcio !!!. Occorre trarre insegnamento della dall'esperienza avuta nel settore civile . Per quanto riguarda il distretto di Catania, le sezioni stralcio hanno si ridotto il numero dei procedimenti di 1° grado , ma hanno peggiorato la situazione del giudice d'appello, in quanto le decisioni dei GOA sono state appellate per la quasi totalità . Ciò ha creato un ingolfamento in appello. ormai i rinvii in corte d'appello sono per il 2013!
Scritto da: Avvocato Alessandro Arcifa | 09 marzo 2007 a 13:47
Non si può che concordare con Virga, cui sono grata per la possibilità di esprimere un mio convincimento.
Frequento il TAR ed il CdiS. per lavoro, occupandomi di coordinare un "ufficio legale unico" fra più Comuni da alcuni anni, mentre da diversi anni svolgo la professione legale nell'ente locale (potrei fare una lista di cause pendenti da oltre quindici anni!) oltre che attività di docenza universitaria a contratto.
Ciò che fatico a giustificare è il fatto che nessuna soluzione venga mai presa in esame: se in un Comune non si rispettano i termini fissati per ogni specifico procedimento, tutti noi sappiamo cosa accade. Nella giustizia ... accada quel che accada, nessuno "osa" !
Confesso candidamente che mi ritengo un "giudice amministrativo mancato", poiché dopo aver tentato due volte il concorso (ogni volta mi è mancato un "pelino"...), mi sono rassegnata a seguire l'evoluzione di queste benedette proposte. Vuoi mai...
Orbene, sarà forse retorico dire che, poiché nella giustizia ordinaria sono state istituite le sezioni stralcio, parallelamente, ciò sarebbe risolutivo dei pesanti arretrati della giustizia amministrativa, ma è altrettanto vero che se nulla si crea (eventuali sezioni stralcio)... nulla si distrugge (l'arretrato).
D'altra parte, dai dati oggettivi dell'arretrato, peggio di così difficilmente potrebbe andare, pertanto eventuali tentativi potrebbero solo portare miglioramenti.
Certamente, come osservato da Virga, il problema non può essere risolto aumentando spaventosamente il contributo unificato, poiché ciò creerà meno contenzioso, ma certamente crea più ingiustizia, trattenendo tutti coloro che, magari hanno realmente subito soprusi dalla p.a. ma non hanno grandi possibilità, e lasciando la tutela giurisdizionale amministrativa a solo beneficio dei grossi gruppi che dell'aumento del contributo neppure si accorgono.
Proprio questo ho potuto rilevare nella mia attività dell'anno appena terminato: i ricorsi al TAR sono stati proposti solo da aziende e gruppi noti in ambito nazionale. E' mancato tutto il contenzioso che normalmente propone il cittadino comune in quanto privato.
Tutto il resto -requisiti degli eventuali giudizi stralcio, l'eventualità di ruolizzarli, ecc. - sono inutili e futili film già sentiti e mai visti!
Mi sia infine consentito di dire che, così come l'accesso alla magistratura amministrativa avviene per concorso di secondo grado (ovvero, occorre essere necessariamente dipendenti pubblici o avvocati con determinato esercizio d'attività), nulla di scandaloso vi sarebbe nel mantenere tali requisiti ai fini della domanda di partecipazione e svolgere una selezione per titoli e colloquio, o prevedere delle assunzioni a contratto (analogamente a quanto avviene per la dirigenza pubblica), visto che, in particolare per quanto riguarda la categoria degli "avvocati pubblici", le materie trattate dai TTAARR costituiscono il pane quotidiano.
Si è visto a proposito dei giudici di pace che non funziona il "recupero" dei pensionati, senza voler mancare di rispetto, poiché innegabilmente non più "produttiva", com'è fino a prova contraria la definizione della categoria dei pensionati.
Certamente molto utile sarebbe creare queste benedette sezioni stralcio e certamente utile sarebbe poter dare, attraverso esse, lavoro a tante persone ... non in pensione.
Scritto da: Antonella Trentini | 13 marzo 2007 a 12:29
Carissimo,
perchè non fare ricorso alla legge Pinto?
Io lo sto facendo.
Voglio proprio vedere che deciderà la Corte di Appello di Caltanissetta,nella considerazione,oltretutto che non si tratta di un appunto contro i Magistrati ma contro il Ministero della Giustizia che non riesce a dare una soluzione al problema.
Sarebbe auspicabile che una marea di ricorsi si abbattesse sulle Corti di Appello.
Vorrei proprio vedere con quale motivazione le Corti potrebbero rigettare i ricorsi,dato il chiaro dettato della legge Pinto.
Scritto da: avv.Giacomo Iozza | 15 marzo 2007 a 10:44
Non si parla del giudice monocratico che è una soluzione organizzativa cher ha risolto i problemi dell'arretrato pensionistico dinanzi alla Corte dei conti.
Perchè non pensare alla figura del giudice monocratico per alcuni settori ben individuati?
La mia esperienza di giudice unico delle pensioni mi spinge a sostenere questa soluzione nel campo della giustizia amministrativa.
Scritto da: vittorio raeli | 04 aprile 2007 a 10:23